Cosa facciamo

Ci sono storie dentro i luoghi…

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Adelmina Graciotti – Maestra elementare

Storie che danno loro un’anima, e può succedere che queste richiamino altre storie, magari piccole, ma ugualmente preziose e tali da contribuire a tessere la trama di un passato che non possiamo e non vogliamo dimenticare. Certo i social, internet e quant’altro possono avere un ruolo negativo anche in quest’ambito, si sa che possono mettere in circolo le più disparate fake news e sono spesso teatro di grandi banalità, a voler usare un eufemismo. Ma è anche vero che ben utilizzate sono una ricchezza e offrono l’opportunità di entrare in contatto con persone che difficilmente si potrebbero raggiungere. È quello che è successo a me. Vale a dire che il nostro sito, quello del Borgo della Pace, nel suo raccontare le iniziative che mettiamo in campo, nel far conoscere la Casa Museo di Casteldelci col suo bagaglio di memorie, ha intercettato l’attenzione di una persona lontana nello spazio ma che ha ritrovato in quel luogo una parte di sé. Parlo della signora Angela Procicchiani, originaria di Osimo ma che ora vive a Casorezzo in provincia di Milano. Sono bastati un numero di telefono, una telefonata, un affettuoso scambio di corrispondenza per aggiungere un altro piccolo tassello al mosaico di vite cui abbiamo voluto ridare voce per tenere lontana da Fragheto, e da tutto ciò che rappresenta, la polvere dell’oblio. Con voce gentile e un po’ commossa la signora Angela mi ha raccontato della madre Adelmina Graciotti, vincitrice di uno dei primi concorsi pubblici nella scuola degli anni venti. È così che a soli diciassette anni è giunta a Fragheto a dorso di mulo per ricoprire il suo ruolo di maestra elementare. Certo non deve essere stato facile per lei, ma i ricordi trasmessi alla figlia non parlano di tristezza o fatica, sono ricordi leggeri che ci dicono di un grande calore umano, del suo essere considerata come una di famiglia, di gente che nonostante le difficoltà sapeva godere delle piccole cose della vita, si ritrovava per suonare la fisarmonica e ballare. E di lei che, così giovane, a volte prendeva di nascosto la cavalla del prete per andare a fare un giro. Sì perché è nella casa situata di fronte alla Canonica che tra il 1925 e il 1927 la giovane Adelmina ha trovato ospitalità. Minerva Gabrielli, la proprietaria, l’ha accolta con affetto ed è diventata una sua cara amica. Minerva, figura di riferimento in paese e una delle vittime della strage nazifascista del 7 aprile 1944. Non l’ha mai dimenticata Adelmina, non aveva dimenticato nessuno, neanche i carbonai che allora facevano il carbone nel bosco con la legna. A guerra finita è voluta tornare in quel suo luogo di memoria, era venuta a sapere di quello che era successo ed ha portato con sé le figlie, Angela e la sorella. Sono state tutte accolte con affetto e ospitate da una famiglia di Casteldelci. Da lì, ancora una volta a dorso di mulo, hanno raggiunto Fragheto per salutare chi era rimasto e rendere omaggio a chi non c’era più. Chiudo così, un po’ commossa anche io.

Grazie Adelmina, e grazie Angela.

P. S. Se questo frammento di vita vissuta ha fatto breccia nel vostro cuore lancio ora una proposta: il 15 gennaio 2022 si terrà finalmente, dopo il lungo periodo di lontananza dovuto alla pandemia, l’assemblea della nostra associazione Il Borgo della pace, creando un piccolo evento. Chi vorrà unirsi a noi e dare un suo contributo per la tutela della memoria e la difesa di valori di pace e solidarietà sarà il/la benvenuto/a. Vi aggiorneremo sui contenuti, il luogo e l’ora.

Lidia Gualtiero e Antonio Mazzoni, Il Borgo della Pace

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che assumiamo

La memoria, un prezioso, insostituibile strumento che ci fa essere quello che siamo. Senza memoria non potremmo filtrare, elaborare, restituire alcuna esperienza, alcun sapere personale o proveniente dall’esterno.
Certo non solo, ma noi siamo quello che ricordiamo e qualora andassimo a cercare negli anfratti della memoria troveremmo dei luoghi, degli spazi significativi che hanno concorso a disegnare la scenografia della nostra esistenza. Per me uno di questi è Fragheto, un piccolo borgo dell’Appennino romagnolo ancora immerso in una natura selvaggia. È stato teatro di un’efferata stage nazi-fascista (7 aprile 1944), è quasi disabitato per larga parte dell’anno, nondimeno vive delle persone e delle storie che lo hanno popolato, custodisce un’anima. Ma devi saperne vedere le tracce. Fragheto è un pezzo della mia vita, è stato una tappa importante nel mio percorso esistenziale ma soprattutto professionale, mi ha permesso di entrare nella Storia attraverso le storie. Storie di gente comune, donne, uomini, bambini che non trovano dimora nei libri di testo ufficiale, ma che sanno parlare ai nostri sentimenti, ci stimolano, ci cambiano. Sono una docente e so che è difficile dare, per le nuove generazioni, un volto alla guerra che porti alla conoscenza e non all’orrore. E’ per questo che io e la mia amica e collega Donatella Giulietti, sostenute dagli Istituti Storici di Rimini e Pesaro Urbino, abbiamo elaborato un piccolo strumento per raggiungere il suddetto obiettivo. Ovviamente dopo una sperimentazione sul campo.
Si tratta di un quaderno didattico, di un percorso laboratoriale strutturato sull’uso delle fonti.  Partendo dalla storia della piccola Maria e della comunità di cui fa parte ricostruisce l’eccidio di quel tragico 7 Aprile 1944 conducendo poi, tappa dopo tappa, studenti e studentesse dentro la grande Storia. Oggi, oltre che negli Istituti storici di Rimini, Pesaro-Urbino e nelle scuole dove continua ad essere utilizzato, il quaderno trova giusta dimora nella Casa Museo di Casteldelci, un Museo particolare che parla in modo innovativo della strage di Fragheto. Tramite un percorso multimediale di tipo emozionale e intellettivo il visitatore/ospite può infatti “immergersi” nelle vicende rappresentate, riviverle ed essere al contempo stimolato alla loro comprensione. Anche qui sono le storie di vita ad essere protagoniste e sono sicura, come già sta succedendo, che ne richiameranno altre. Il Museo, pur nella limitatezza dei suoi spazi, è infatti sempre pronto ad aggiornare i propri documenti, ad accogliere altre memorie perché diventino patrimonio comune. Mi piacerà, in una prossima “puntata”, proporne una che mi è giunta come un dono prezioso attraverso una telefonata, una successiva corrispondenza e delle foto d’epoca. Ci dicono di una giovane maestra nominata a Fragheto nel 1925. Purtroppo i due anni di Covid hanno, se non bloccato, sicuramente ostacolato le visite al Museo, ma come Borgo della Pace, associazione ideatrice del progetto che ne ha promosso il recente riallestimento, continueremo ad “abitarlo” e a organizzare iniziative volte a far crescere una cultura di pace.

Lidia Gualtiero, Associazione Il Borgo della Pace

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La Casa Museo Casteldelci, con il suo percorso che permette di entrare “in punta di piedi” dentro le storie e la Storia, sa parlare anche alle diversità. Queste foto, che raccontano di un viaggio ricco ed emozionante effettuato il 29 luglio 2019 con il gruppo Teatro e salute mentale – Ausl Romagna, ne sono la testimonianza.

 Didattica della memoria, etica della memoria

“La memoria è la facoltà probabilmente più importante di cui ci è dato disporre e dobbiamo coltivarla” (D. Demetrio). Non in chiave nostalgica, né celebrativa o enfatica. Etica mi sembra il termine appropriato, soprattutto quando ci riferiamo ad eventi che riguardano, nel nostro caso hanno ferito, un’intera comunità. Sto parlando dell’eccidio di Fragheto, evento chiaramente lontano dalle nuove generazioni e non soltanto nel tempo. Di qui la necessità di coinvolgerle attivamente, di far loro sentire che “sono dentro la Storia”. Per questo è importante, all’interno dell’Istituzione scuola, continuare a proporre percorsi didattici alternativi alla classica lezione frontale. Comprendere i drammi e le ingiustizie sociali del passato a partire dai vissuti delle persone può diventare un paradigma utile a comprendere anche le problematiche del presente. E i percorsi didattici alternativi partono dal coinvolgimento delle/dei docenti oggi più che mai figure centrali nel percorso educativo. Ecco alcune foto che testimoniano una fase del lavoro di formazione sulla didattica della memoria condotto da Lidia Gualtiero (Borgo della Pace), in collaborazione con Alcantara teatro presso l’Istituto comprensivo di Misano Adriatico. Si tratta di un progetto pluriennale che quest’anno ha preso forma con questo titolo: Cercare tracce, lasciare tracce … Le insegnanti sono nella Casa Museo, dentro “le storie” per scoprire e far poi scoprire la “Storia”.

L’esperienza è stata promossa e realizzata da Anna Pizzioli e Damiano Scarpa (Alcantara Teatro), Lidia Gualtiero e Antonio Mazzoni (Borgo della Pace).

Un pò di storia…

Febbraio 2004: incontro con Daniele Lugli
Marzo 2004: incontro su A. Langer
Aprile 2004: incontro a Fragheto
Aprile 2004: incontro a Fragheto
Ottobre 2004: Costruttori di Pace
Ottobre 2004: Costruttori di Pace
Ottobre 2004: tavola rotonda sulla Pace
Ottobre 2004: tavola rotonda sulla Pace
Febbraio 2005: incontro su Don Milani
Febbraio 2005: incontro su Don Milani
Marzo 2005: incontro su A. Capitini
Dicembre 2006: inaugurazione Museo
Dicembre 2006: inaugurazione Museo
Aprile 2007: presentazione libro Fragheto
Aprile 2007: presentazione libro Fragheto
Marzo 2008: Arte per la Pace
Marzo 2008: Arte per la Pace
Marzo 2008: Arte per la Pace
Marzo 2008: asta per la Pace
Marzo 2008: asta per la Pace
Giugno 2011: scuola di Pace
Giugno 2011: scuola di Pace
Giugno 2011: scuola di Pace
Giugno 2011: scuola di Pace